R080 [Sol. CXLIX]

   †Alpa d'oro Dïana pro nomai†

ne la riva d'una costa a un bel monte,

ove 'l sol raze e le chiaritte fonte

e le vaghe onde e gli amorosi rai;


   e ioch'ero preso fra gli amanti gai,

alzando gli ochi no vidi quel'†onbre†

che mi fêr mile volte alzar le †fronde†

chiamando in boce ed e' no vene mai.


   Dehquanto sdegnoAmorquanto †pensiero†

per te soferioe d'altri †langiendo† parte,

 piattà no disombra il mio malore.


   O lunao soleo spechio mio †senttore†

per cui convengo iscriver mile carte,

se misericordia no ferma Amore.


Testimoni:
R103, f. 30v: Soneto di mess(er) franciescho

Bibliografia: Solerti, Disperse, p. 212.

Schema metrico: Sonetto ABBA ABBA CDE EDC con rime imperfette ai vv. 7 (B) e 9 14 (C)

Il sonetto, a testimonianza unica, ci è trasmesso in pessime condizioni perché se ne possa dare una valutazione coerente. È pertanto più opportuno riproporlo in una trascrizione che ne rispetti tutte le incongruenze: l’ipermetria dei vv. 5 e 10 e la non corrispondenza delle rime ai vv. 6 : 7 e 9 : 12 (ma si notino anche gli accenti anomali di 3 a e 7 a al v. 2 e di 5 a al v. 14). Anche la punteggiatura, in un testo di cui si fa fatica a comprendere la struttura, è ridotta all’essenziale. Solerti era intervenuto nei seguenti casi (fra parentesi la lezione del manoscritto: 1 Alba (Alpa su correz.); 2 i (ne), ad (a); 3 raggia (raze); 5 om. e; 6 conserva ombre seguito da sic; 7 la fronte (le fronde); 9 dolore (pensiero); 10 soffrii (soff(e)rio), languendo (langiendo); disgombra (disonbra); 12 conserva sentore seguito da sic. In apparato inoltre proponeva le seguenti congetture: al v. 1 Alba d’or radïava a prov’omai e 12 sengnore al posto di sentore (ma non siamo certi se la rima fosse in -ero o in -ore, ossia secondo lo schema delle terzine CDC CDC oppure CDE CDE). Le parti incerte in corsivo sono evidenziate e restituite in forma semidiplomatica (ossia separando le parole e introducendo la dieresi su Diana al v. 1).
1 Alpa] -pa sovrascr. ad altro