R289 [Sol. CLXXXIX]

   O velenoso mèleo làte amaro,

blando serpente e lusinghevol tiro,

e de l'anima mia pace e martiro,

o guera eternao mio nimico caro,


   o cuor cortesed'un saluto avaro,

o solper cui languendo risospiro,

o mio dispettoo mio dolce disiro,

o mio coral colteloo mio riparo,


   posto t'ò ne le man l'anima mia,

e ò negli ochi tua confito amore,

e parmi raquistar ciò si combate.


   Po' mi travaglia tanta gelosia

ch'i' no so dir leale e traditore

Amorche  mi alza e  mi abàte.


Testimoni:
R103, f. 83r: Soneto dimess(er) franciescho

Schema metrico: ABBA ABBA CDE CDE

Si restituisce il testo dell’unico testimone con un solo emendamento, già introdotto dal Solerti, al v. 8 «mio coral coltelo» in luogo di mia. Lascio invariati anche i vv. 10-11 sebbene non del tutto perspicui (forse: ‘e ai tuoi occhi ho affidato il mio amore e mi pare di riconquistare ciò per cui si soffre’, o forse anche il più forte ‘ho coficcato amore nei tuoi occhi e mi pare...’).
2 Blrando con l agg.
6 risospiro] risopiro
8 mio] mia
13 so preceduto da /po/
14 mi forse da a. m. sovrascr. su altro