R137 [Sol. XC - A19]

   Le nevi sono e le piove cessate,

l'ira del cielle nebbie e le fredure;

i fiorle frondi e le fresche verdure,

i lieti giorni e le feste tornate;


   le donne son più che l'usato hornate,

et tutte quasi Amor le creature

trastulla et mena per le suo pasture,

nel nuovo tempocredoinnamorate.


   Per ch'io cognosco quel ch'io non vorrei:

al baian seno esser colei invita,

che muove et gira tuti i disir miei.


   Or dormiss'io infino a la redita,

o gir me ne potessi  con lei,

o non saper ch'ella vi fusse ita.


Testimoni:
Ox6, f. 102r
b (L43, f. 52v: Sonetto; R103, f. 45r: Soneto di mess(er) franciescho)

Bibliografia: Solerti, Disperse, pp. 169-170; Massèra, Rime, pp. CXXI-CXXII; Proto [Recens. Massèra], pp. 112-113; Branca, Rime1, pp. 352-353; Bianchi, Petrarca, pp. 70-73; Lanza, Rime, pp. 96-97; Leporatti, Sonetti attribuibili, pp. 208-209; Proto [Recens. Solerti], p. 33; Parodi, Rime ignote, pp. 460-461; Hauvette, Les poésies, p. 23; Pellegrini [Recens. Massèra], p. 167; Marti, Rime, p. 148.

Schema metrico: Sonetto ABBA ABBA CDC DCD

La diffrazione al v. 10 si può considerare in presentia leggendo, come già proposto da Hauvette, al baiar seno di Ox6 come un lieve fraintendimento di al baian s., contro abaia (abiam R103) senon dei manoscritti concorrenti, errore congiuntivo limitatamente a senon (b). Si può considerare poligentico al v. 10 di L43 Ox6 con lei (colei), il secondo codice leggendo al contrario al v. 13 cholei (cho·lei per ‘con lei’). Soprattutto a causa di una certa difficoltà sintattica nella prima terzina, si sono tentate le soluzioni più disparate: in risposta alla lettura rinunciataria del Solerti, che aveva lasciato lacuna all’inizio del verso, «… se non esser con lei in vita», ma suggerendo in apparato alla lezione di L43 abaia la soluzione a Baia: nelle rispettive recensioni al volume delle Disperse petrarchesche, Parodi proponeva di leggere «a Baia il seno, o, di Baia il seno a sé colei invita», richiamando il son. XXXV (vv. 9-11 «Et è di questo Baia la cagione, | la qual invita sì col suo diletto | colei, che là sen porta la mia pace»); più pesantemente Proto A Baia ov’è, non esser con lei invita; anche Massèra ha accolto l’ipotesi di Baia, «A Baia ’n seno esser colei, invita» interpretando invita come latinismo per ‘contro voglia’, lemma non raro in Boccaccio (Fc V 36, 6 «ella, invita, comandandogliele la reina, mel concedette»; Cnf XXIX 18, XXXII 18, XXXIV 3, XXXV 45 «cade ne’ tesi lacciuoli e, invita, diventa del re», XXXVIII 39; Av XVIII 32 ecc.), ma che non sembra giustificato dal contesto (e dalle altre rime baiane) e verrebbe anche a indebolire i motivi d’inquietudine dell’amante e di conseguenza l’efficacia della chiusa. Branca riprende l’emendamento del Massèra ma non lo segue nell’interpretazione: nella prima edizione leggeva a Baia ’n seno esser, colei invita (senza virgola nelle successive), tornando al significato di invita «voce del verbo invitare […] sottintendendo come sogg. Amore del v. 6» (ritiene invece improbabile che possa essere interpretato come participio forte). Nel fluire del sonetto pare questa l’interpretazione più persuasiva, appunto sottintendendo come soggetto Amore, soggetto espresso a 6-7, concettualmente il cuore del sonetto, introdotto dal nesso deduttivo in principio di 9 per ch(e): ‘(Amore) la invita ad essere, a stare nel seno baiano’. Per completezza segnalo anche gli interventi proposti da Flaminio Pellegrini nella recensione all’edizione Massèra, A Baia in seno esso colei invita, e da Lanza, a Baia esser colei ’n sé no invita («trovarsi a Baia non di malavoglia», ossia «essere dentro di sé ben lieta di stare a Baia»). Errori di L43 ai vv. 1 alle pieue (dietro il quale tuttavia traspare la forma toscana piove, accolta a testo; b e le pioge) e 14 et (o); di Ox6 ai vv. 8 tempio (tempo) e 14 çifussen (vi fusse); di R103 ai vv. 8 il (nel), 9 conescho (cognosco quel), 14 onor (o non). Numerose lezioni individuali di Ox6 12 De or (De om.) e soprattutto di L43 (da cui conservo al v. 7 anche la forma del possessivo invariato suo, soe Ox65, sue R103): vv. 2 tenebre e (nebbie e le), 4 delle (e le) banalizzante, 6 quasi tutte (tutte quasi), 11 pensier (disir), 12 tornata (poi espunto da altra mano e sostituito con la lezione degli altri codici redita), 13 or (o), 14 prima lacuna poi di altra mano gita (ita).
1 e le] alle L43
2 nebbie e le fredure] tenebre e f. Ox6
3 /fr/ prima di verdure L43
4 e le] delle L43
6 tutte quasi] quasi tutte L43
8 nel] il R103 ~ tempo] tempio Ox6
9 cognosco quel] conescho cio R103 ~ non] no R103
10 al baian seno] abaia (abiam R103) senon L43 R103, al baiar s. Ox6 (cfr. b) ~ colei] con lei L43 Ox6
11 disir’] pensier L43, disii Ox6
12 or] De or Ox6 ~ redita] tornata → marg. a. m. (t) L43
13 con lei] cholei Ox6 R103 ~ o] or L43
14 o non] et no(n) L43, onor R103 ~ vi fusse] çifussen Ox6 ~ ita] om.marg. a. m. (t) L43